giovedì 26 novembre 2020

Il comunicato dell'Amministrazione Comunale di Riva del Po circa il nuovo libro di Giovanni Raminelli

 

Comune di Riva del Po

(Ferrara)

 

È con grande piacere che l’amministrazione di comunale di “Riva del Po” ha concorso alla pubblicazione di questo interessante lavoro di meticolosa ricerca storica dell’amico e concittadino Giovanni Raminelli grande cultore della nostra storia locale.

Un territorio nuovo, che così come è articolato nella sua estensione, abbraccia una serie di vicende ed episodi importanti della storia di Ferrara è della sua provincia come appunto la rivolta degli insorgenti contro i Francesi di Napoleone.

La figura del mugnaio colognese Valeriano Chiarati meritava da diverso tempo un approfondimento sulla vita e la storia di questo personaggio che di fatto divenne il capo della rivolta nel 1799.

Giovanni Raminelli, con questo suo importante lavoro, riesce a darci un quadro esauriente di questa vicenda con un grande lavoro di ricerca che lo ha impegnato per diversi anni. Un approfondimento storico che colma una lacuna di studi e ricerche su questo importante periodo della storia d’Italia con particolare interesse al nostro territorio. Il volume poi è ricco di precisazioni, di aneddoti e brevi biografie di personaggi storici che hanno avuto parte nella vicenda.

Diversi volumi verranno distribuiti alla scuola secondaria di primo grado di Berra in modo da consentire ai più giovani di approfondire con i loro insegnanti questa vicenda che ha caratterizzato la storia delle nostre comunità

L’amministrazione comunale di Riva del Po, come del resto, le due precedenti amministrazioni dei comuni di Berra e di Ro hanno sempre incoraggiato lo studio della storia dei propri territori e comunità. Per tanto, quest’opera s’inserisce nell’importante solco di ricerca e di recupero della nostra memoria fin qui tracciato.

Questo lavoro, ben si adatta ed integra quanto fatto dall’ex comune di Ro sulla vicenda della civiltà rurale e fluviale legata ai mulini natanti, così ben descritti nel fondamentale romanzo del grande Riccardo Bacchelli, a cui è dedicata l’area golenale di Ro, dove è ancorata una storica riproduzione di un mulino galleggiante. Inoltre la biblioteca comunale di Ro è a lui intitolata.

Nonostante questo momento difficile che stiamo attraversando siamo convinti che pubblicare questo lavoro di recupero della nostra memoria storica sia un contributo importante a cementare con il richiamo ad una memoria comune il passato, il presente e il futuro di questa nuova comunità.

 

Novembre 2020

Amministrazione comunale Riva del Po

lunedì 9 novembre 2020

IL NUOVO LIBRO DI GIOVANNI RAMINELLI SULLA FIGURA DELL' "Insorgente" VALERIANO CHIARATI.


 

Con il patrocinio del MIBACT, dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara e il contribuito del Comune di Riva del Po è fresco di stampa il saggio di ricerca storica del Dott. Giovanni Raminelli “Valeriano Chiarati – Insorgente”. Il libro è frutto di una lunga e meticolosa ricerca che Raminelli ha condotto anche su documenti inediti e di prima mano, una interessante serie di fonti che hanno consentito all’Autore di tracciare una ben definita linea interpretativa della figura del mugnaio colognese. Chiarati guidò la rivolta antifrancese del marzo-aprile 1799. Il saggio, che contiene appunti e considerazioni sul triennio giacobino (1796-1799) ha pure riflessioni ben calibrate di Raminelli tese ad offrire uno spaccato esauriente e definito della realtà sociale, economica e politica di quegli anni. Non solo, poiché l’Autore protende lo sguardo indagatore fino al fenomeno del brigantaggio del 1809 col conforto, come si diceva, di una documentazione ampia e col riferimento ad una ricchissima bibliografia. Il testo è aperto dalla presentazione a firma dell’attuale sindaco di Riva del Po Dr. Andrea Zamboni, seguita da una colta prefazione dello storico e bibliotecario Dr. Alberto Astolfi. Il municipio di Riva del Po farà avere copia del volume a tutte le biblioteche pubbliche della provincia di Ferrara e ne farà dono agli studenti della locale scuola media di primo grado. Date le restrizioni del momento a causa della pandemia non è stata fissata la data della presentazione ufficiale del volume nel corso della quale appassionati di storia locale, studiosi e cittadini potranno averne copia.

(Zan. di Pac.)

martedì 6 ottobre 2020

Cesare Grandi, il Fiume, la Bonifica, il Ponte. (ed, La Torre - Torino) - UN LIBRO DAVVERO INTERESSANTE

 



Esce in questi giorni, ma avrà presentazioni in vari luoghi ed in tempi diversi, il libro edito da La Torre nella Collana Etnopharma (Torino) opera di Cesare e Maurizio Giovanni Grandi. Un testo che ripercorre, insieme con la storia del territorio del lungopò di Ariano e Serravalle, nella località Valline, la storia della famiglia Grandi. Un libro di 232 pagine, ben illustrato e gradevole nelle varie sezioni che parlano di luoghi, personaggi, situazioni. Un poderoso riferimento con buona e valida documentazione pure all'eccidio di Ponte Albersano, di cui si celebreranno i 120 anni nel 2021 anche attraverso queste belle e interessanti pagine. Il libro contiene una mia Prefazione, che sono onorato di aver redatto e che porto a conoscenza attraverso questo blog.

Ho accolto di buon grado la cortese richiesta del Prof. Maurizio Grandi di esporre alcuni pensieri in relazione al testo sulla sua famiglia e sulle vicende del nonno Cesare: quasi una epopea, scritta con encomiabile impegno e con il giusto trasporto emotivo, che tuttavia non inficiano la corretta impostazione storica, sociale e territoriale del libro. La memoria, inquadrata nei contesti che ne significano doverosamente il valore, aiuta a delineare, senza zuccherose nostalgie, gli aspetti più ragguardevoli delle vicende singole così come di quelle familiari e comunitarie, tutte protese a insegnare che la vita non scorre invano. Il passato infatti aiuta a capire come siamo stati, e non rifugge dal farci intendere a quali mete possiamo aspirare.

Il lettore si renderà conto, fin dalle prime pagine, che l’intento era quello di far comprendere come le radici affondino nella memoria. Di qui il largo spazio dedicato alla storia antica ed anche a quella più a noi vicina, fino alle bonifiche estensi e a quella ultima, ormai a fine Ottocento dopo il disastro della rotta del Po a Guarda. Così come i toponimi di luoghi e possessioni agricole, ed anche gli spostamenti stagionali, le transumanze. Ben si capisce che lo scopo, come s’è detto poc’anzi, non è solo quello del fermare nostalgicamente i ricordi, ma quello della tensione a far intendere che il futuro può essere più consapevole e migliore per tutti solo riuscendo a coltivare e a fortificare le nostre radici. In fin dei conti sta tutto qui l’intento del libro: esercizio importante, direi fondamentale, che ha animato il Prof. Grandi nella salvaguardia della memoria dei luoghi e della sua famiglia nella concomitante e contestuale ricerca della comprensione degli avvenimenti.

Insomma un intento etico che si spinge oltre quello didascalico, della narrazione e della annotazione bibliografica ed archivistica.

In tale operazione, condotta con lodevole tenacia, si è inquadrata la “storia” nella “Storia”. In buona sostanza qui si è posta attenzione con acribia a quella Storia, che scriviamo con l’iniziale maiuscola, e che può essere tale non solo con re e imperatori, con presidenti e dittatori, con generali, truppe, guerre, pestilenze, e con le trasformazioni economiche e sociali, bensì con l’apporto sempre dignitoso, indispensabile ed unico degli “umili”, talora a torto definiti “i senza storia”.

Mi sia permesso poi evidenziare un altro aspetto. Questo testo è completo ed esauriente perché in esso è presentato lo scorrere del tempo in un’area di grande interesse come quella deltizia, suggestiva ma ancora oggi conosciuta più nella sua evoluzione geomorfologica che in quella umana, politica, economica e religiosa.

Gli abitanti di queste lande ferraresi, in relazione alle tante vicende politiche ed economiche, sono stati protagonisti di fatti determinanti, suffragati purtuttavia da sofferenze e fatiche indicibili. Mi piace qui citare, fra le tante opere meritevoli di attenzione, il bel romanzo di Massimo Felisatti e Marco Leto, O dolce terra addio (Rizzoli, 1987), dove pure si parla delle zone della bassa ferrarese e dei tragici fatti di Ponte Albersano del 1901 nel complesso panorama rappresentante l’epopea di famiglie contadine che dopo tenaci lotte, volte a difendere i diritti dei miseri, furono obbligate a emigrare per sfuggire agli spettri della disoccupazione, della sottoccupazione, della fame, della miseria, dell’analfabetismo. Così come si fuggì, nel novembre 1951, dal Polesine invaso dalle acque della rotta del Po a Occhiobello. Ed ancora, l’abbandono delle campagne per riversarsi nel triangolo industriale negli anni del “boom” economico.

Il Po, il fiume che ha segnato la vita di generazioni, qui è ancora padre e padrone. Più in particolare il ramo ora detto di Goro, ma sempre chiamato nei secoli scorsi “Po d’Ariano” e ancora oggi, popolarmente, il “Po piccolo”, sulla cui sponde destra, in quel lembo di terra, fra Serravalle e Ariano ferrarese, sta la zona “Valline”, culla e feudo della famiglia Grandi, che alcuni secoli or sono i notai e i funzionari civili e i sacerdoti di qua e di là dal Po identificavano come terra “a latere Serravallis” (dal lato di Serravalle).

La presenza di un corso d’acqua ha sempre costituito per l’uomo un valido motivo per collocarvi appresso i propri insediamenti, teatri di vicende singole e comunitarie significative. Infatti questo libro del prof. Grandi segnala come molti, in seguito a ripetuti avvenimenti, territoriali e politici, si siano sottratti con caparbietà ad una posizione di marginalità umana nella quale le genti di questa parte d’Italia sono state confinate per secoli. Campagne prede di paludi mefitiche. Acque stagnanti periodicamente ambienti di vita ideali per canna palustre e paviera. Grazie a chi è rimasto, questi luoghi hanno lasciato il posto a campi feraci e le terre redente dalle bonifiche, prima naturali poi meccaniche, accolgono ora piantagioni intensive e colture all’avanguardia: segni di una agricoltura sempre più moderna ed economicamente più evoluta.

L’augurio sgorga spontaneo: questo testo deve essere letto e meditato. Lo dico da amante e ricercatore di storia locale, ben consapevole che, quando si scrive di una famiglia tentando di illustrarne le vicende segnate da ricordi e dal dipanarsi degli anni, l’azione può essere sbrigativamente liquidata come semplice opera di recupero. Non è così, o meglio: non è sempre così. Il testo del Prof. Grandi deve essere letto e meditato, soprattutto dai giovani. Essi devono guardare a chi li ha preceduti, a chi è vissuto prima, con la consapevole speranza che il passato non è mai chiuso per sempre.

Il passato è appena dietro l’angolo delle nostre frenesie quotidiane e vuole essere conosciuto. Lo vuole perché solo così può aiutarci a definire la nostra attuale identità.

Per progettare e vivere serenamente il futuro di tutti e di ciascuno. 

Serravalle (Ferrara), 14 giugno 2020

GIOVANNI RAMINELLI

lunedì 5 ottobre 2020

"Note di un viaggio in Brasile" - Presentato il 2 ottobre il libro di don Carlo Maran

 In 76 pagine sta il libro “Note di un viaggio in Brasile” che don Carlo Maran ha presentato ieri sera, venerdì 2 ottobre, nella sala “Flora Manfrinati” della parrocchia di Serravalle, in occasione della giornata di apertura dell‘Ottobre Culturale Serravallese, organizzato dall’Associazione Palio Serravalle. Don Maran è stato parroco-abate di Serravalle dal febbraio 1985 al novembre 1992.

 Prima di lasciare l’impegno parrocchiale per recarsi in Brasile quale missionario “Fidei Donum”, volle trascorrere un mese in quella realtà che poi lo avrebbe visto pastoralmente impegnato.

 Il libro, agile e ricco di illustrazioni provenienti dal ricco archivio fotografico attuato dal sacerdote nel corso della sua esperienza brasiliana, è stato presentato da Giovanni Raminelli, che ha collaborato con l’autore per la redazione prestampa e con una interessante presentazione.

 Davanti ad un pubblico attento e partecipe, Raminelli ha sottolineato la dimensione cristiana e umana dell’impegno missionario, specialmente in una realtà difficile come è quella del Brasile e di alcune altre nazioni dell’America del Sud.

 L’autore ha poi dialogato con Raminelli, tracciando un quadro decisamente concreto e, a tratti, preoccupante della presenza dei cattolici in Brasile. Ha poi risposto ad alcune domande relative a situazioni salienti dal punto di vista umano, sociale e religioso nelle zone visitate, in particolare la diocesi di Marabà.

 Le descrizioni attente e i precisi ricordi della esperienza missionaria di don Carlo hanno creato un clima di grande interesse nel pubblico presente. Al termine della serata, don Maran ha distribuito il volume con il cui ricavato verrà lasciata una offerta alla parrocchia.

Alla serata, aperta e chiusa dai saluti del parroco-abate don Andrea Masini, era presente per il Comune l’assessore Sig.ra Raffaella Nalli, per la Pro Loco il presidente Carlo Gori, e una rappresentanza di Radio Riva.

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Giovanni Raminelli

martedì 29 settembre 2020

RIVA DEL PO: Territorio, storia, cultura.

 “Lungo le rive della storia” è questo il titolo del secondo dei “Venerdì del Territorio” voluti dalla Pro Loco Terre Bacchelliane” e dalla Pro Loco “Serravalle Insieme” con la non nascosta intenzione di “Capire il presente per Progettare il futuro”, che ha avuto luogo il venerdì 25 settembre, alle ore 21 a Serravalle. Quello che siamo lo dobbiamo ad una storia che è andata dipanandosi in trasformazioni territoriali, demografiche, politiche ed economiche; una storia che ci spinge a guardare al domani con serenità ma con determinazione. L’analisi della genesi degli ultimi anni che hanno portato alla unificazione dei due territori degli ex comuni di Berra e di Ro è stata la relazione finale di Filippo Parisini. Un percorso fatto di attese e di decisioni che ora devono impegnare tutti a lavorare per contribuire allo sviluppo di un territorio vasto e ricco di opportunità. Per tale motivo l’incontro ha avuto il patrocinio del Comune di Riva del Po e ha registrato la collaborazione della Protezione Civile di Ro e del Consorzio Acque Delta Ferrarese, che ha messo a disposizione la bella sala del Centro di Educazione Ambientale “La Fabbrica dell’Acqua” consentendo la partecipazione di un folto pubblico costituito da cittadini, amministratori e consiglieri. A dare apertura all’incontro è stato l’Arch. Giancarlo Medici che in un ponderoso intervento ha spiegato cosa sia il Parco Letterario legato alla storia dei luoghi descritti da Riccardo Bacchelli nel libro Il mulino del Po: luoghi che il grande scrittore ha inserito nel suo capolavoro e che meritano di essere conosciuti perché parlano di una civiltà fluviale ormai scomparsa. I mulini natanti, di cui Bacchelli fece esperienza nel frequentare la villa roese del senatore Arlotti, proprietario dell’ultimo mulino appiardato alla sponda destra del grande fiume. A supporto dell’intervento di Medici alcune slides e le letture artisticamente proposte da Lara Mantovani e Angela Felisatti. E’ stata poi la volta del Dott. Alberto Astolfi, bibliotecario, storico e attuale vice-sindaco di Riva del Po con la presentazione della sua ultima fatica: il libro La guerra sul Po, epica vicenda del 22 dicembre 1509 svoltasi di fronte a Polesella fra la Casa d’Este e la Repubblica di Venezia e conclusasi con la vittoria dell’aquila estense. A dire il vero, quello che Astolfi ha anticipato con dovizia di particolari è la ormai ristampa del primo libro sul medesimo argomento, edito nel 2000, ma con aggiunte e integrazioni che porteranno il lettore ad avere una esatta visione dei prodromi, dello svolgersi della battaglia e delle conseguenze che se ne ebbero. Il successivo intervento lo ha tenuto il Dott. Giovanni Raminelli, che ha presentato alcuni aspetti della dolorosa vicenda dell’eccidio di Ponte Albersano del 27 giugno 1901. Un fatto che ebbe ripercussioni politiche e sociali a livello nazionale e aprì localmente la strada ad una più consapevole presenza delle forze operaie, determinanti per la nascita dei comuni smembrati dal grande comune di Copparo (fra cui appunto Berra e Ro). Raminelli, che nel 2001 fu tra i relatori al Convegno Celebrativo del Centenario dell’eccidio, ha sollecitato gli attuali amministratori a pensare ad un adeguato rilievo da dare alla ormai prossima scadenza dei 120 anni dai fatti di Albersano, sperabilmente con ricerche e recupero di nuove fonti documentali. La serata è stata animata anche dei canti del Trio “Masincanto” (tenore Luca Marchetti, basso Lino Guandalini, baritono Giorgio Gamba) diretto dal Maestro Gianmaria Raminelli: un madrigale dell’epoca della guerra di Polesella, due brani eseguiti in prima assoluta, preparati dal Maestro Raminelli sulle linee melodiche dei canti dei braccianti che ricordavano i feriti e i morti di Albersano e il Socialismo delle origini nelle campagne berresi. Da ultimo alcune strofe del tradizionale Dies irae per i deceduti in quella tragica occasione.

 

Copyright - 2020

 

Giovanni Raminelli

 

 

martedì 28 aprile 2020

Il nuovo romanzo di Giovanni Raminelli Sacrileghe fritture e altri ragguardevoli fatti accaduti là dove inizia il delta del Po.


E ancora fresco di stampa il terzo romanzo storico di Giovanni Raminelli, che conclude la triade di vicende ottocentesche ambientate in quel di Serravalle e nei paesi limitrofi sia papalini che assoggettati al regno lombardo-veneto. I primi due romanzi sono stati presentati in varie sedi, e sempre accolti con favore dagli ambienti culturali ferraresi e rodigini. Ora la saga volge al termine con un titolo che incuriosisce: come è stato possibile giungere a dei sacrilegi realizzando fritture?
L'autore, nel tessere la trama di questa sua ultima fatica, utilizza alcuni dati ricavati da fatti realmente accaduti negli ambienti dell'abbazia di Serravalle, ma trasfigurati e riproposti con uno stile ricco di dialoghi, di salaci battute dialettali, di situazioni tragicomiche. Ma non solo. Nello scorrere della narrazione, ecco altre vicende da ritenersi decisamente ragguardevoli: l'osteria e i suoi avventori, le sganzèghe di fine mietitura, il facitor di bambole, il ricco possidente agrario padre-padrone, la figlia negletta, le comari sadicamente linguacciute.
Al lettore il compito di immergersi in un testo indubbiamente piacevole. Il percorso narrativo, sempre scorrevole e ricco di colpi di scena, si snoda dunque fra personaggi veritieri ed altri inventati. Il quadro che ne scaturisce delinea le vicende di una variopinta umanità segnata dal Po, dalle fatiche del vivere quotidiano, dalle tradizioni civili e religiose, e da rapporti non sempre facili fra i residui di un paternalismo nobiliare d'altri tempi e una classe popolare e borghese sempre più protagonista delle storie, che tanta parte hanno avuto negli avvenimenti del biennio 1838-1839 e negli anni immediatamente preparatori dell'unità nazionale.
Il testo si conclude con l'uscita di scena del conte Leopoldo, raro, isolato esempio di umanità, di saggezza e di profonda fede. Raminelli - come già detto - non rifugge dalle citazioni dialettali, talune ormai desuete ma sempre gustosissime, che imprimono una vivace dinamica alle azioni, ai pensieri, ai sentimenti dei personaggi che ben rappresentano le genti di quell'epoca. Un romanzo di 102 pagine da leggersi d'un fiato che l'autore dedica a quanti amano le storie delle genti di qua e di là dal Po.


(Zan. Di Pac.)

martedì 21 aprile 2020