giovedì 23 dicembre 2021

I 150 ANNI DALLA NASCITA DI SANTA MARIA CHIARA NANETTI

  




    Siamo ormai prossimi al ricordo dei 150 anni dalla nascita di Santa Maria Chiara Nanetti (al secolo Clelia). Nata il 9 gennaio 1872, pochi mesi prima del disastroso evento della grande alluvione provocata dalla rotta del Po a Guarda ferrarese, la martire polesana sarà ricordata con apposite celebrazioni soprattutto nella diocesi di Adria-Rovigo, ove la sua memoria è particolarmente viva, avendo avuto i natali a Santa Maria Maddalena. Ma ad onor del vero il ricordo della Nanetti è pure vivo a Francolino dove la famiglia si fermò nel 1878 dopo molte peregrinazioni nel territorio di qua e di là dal grande fiume. Santa Maria Chiara Nanetti, ad ogni buon conto, lega la vicenda umana della sua famiglia pure a Cologna, paese di origine del padre Narciso (figlio di Nicola e di Lucia Stefanati), dove i Nanetti si stabilirono per alcuni anni e dove l’8 dicembre 1867, in località Carmignano, nacque il fratello Silvio. 

    Di solida formazione cattolica, la famiglia diede alla Chiesa i figli Silvio e Clelia. Il primo entrò nell’ordine dei Frati Minori in quel di Ferrara ed assunse il nome di Barnaba; la seconda lo seguì e dopo un incontro con le suore Stimmatine a Ferrara, entrò a 20 anni nelle suore Francescane Missionarie di Maria. Il 10 aprile 1892 vestì l’abito religioso prendendo il nome di Maria Chiara e si trasferì per il noviziato in Francia ai Châtelets. Il 13 novembre 1898 la Madre Fondatrice le comunicò che avrebbe fatto parte del gruppo di sette suore, destinate ad una missione in Cina. Il 12 marzo 1899 s’imbarcò insieme alle consorelle e dieci frati missionari con monsignor Fogolla per la Cina e arrivò alla meta finale di Tai-yuan. Al suo arrivo, il 4 maggio 1899, trovò ad attenderla il fratello Barnaba che, inviato in Cina nel 1893, era diventato Pro Vicario apostolico nel capoluogo del Shan-si. A Chiara e alle sue consorelle venne consegnata la cura e la conduzione dell’orfanotrofio femminile. Durante la sanguinosa rivolta xenofoba del 1900 vennero decapitati circa 30.000 cristiani. Padre Barnaba Nanetti riuscì a sfuggire al massacro trovandosi in località meno esposta. Ma le grandi sofferenze prodotte dalla persecuzione, le traversie, le fatiche che dovette affrontare a più riprese lo debilitarono nel fisico portandolo alla morte nel maggio 1911. 

    La sorella Maria Chiara dopo circa un anno di missione venne uccisa il 9 luglio 1900 a Tai-yuan durante le violenze scatenate dalla rivoluzione dei cosiddetti Boxers. In quella occasione, furono 26 le vittime del massacro: 2 vescovi, 3 missionari, 5 seminaristi, 9 fra domestici ed inservienti, e 7 suore, fra cui appunto Suor Nanetti. Papa Pio XII li volle Beati il 24 novembre 1946 mentre il giorno 1 ottobre 2000, anno centenario del loro martirio, accomunati ad un centinaio di altri martiri della Cina dei secoli XVII, XVIII e XIX sono stati proclamati “Santi” dal pontefice Giovanni Paolo II nella cornice del Grande Giubileo della Chiesa. 

    Chi volesse approfondire la vita e la testimonianza cristiana di Santa Maria Chiara Nanetti e del fratello Padre Barnaba può attingere a numerose pubblicazioni e scritti. Vorrei qui ricordare quelli del compianto Mons. Florindo Arpa, di Franco Teodori, di Lorenzo Zavalloni. Assai ben documentato quanto appare in “Una Santa tutta Missionaria. Maria Chiara Nanetti” in Quaderno n. 11 del CEDOC.SFR Ferrara, 2009 a cura di Adriano Mazzetti con un ottimo contributo di don Gabriele Fantinati, attuale arciprete di Ariano nel Polesine. Consiglio anche i testi di Enzo Tramontani apparsi sulla rivista diocesana di Ravenna “Risveglio 2000”, in particolare il libro “Tai-yuan, L’ora del sogno. Maria Chiara Nanetti nella Cina dei Martiri” (Ed. EMI, Bologna, 2000), e “P. Barnaba Nanetti. Fratello di una Santa Martire”, voluto dal parroco di Cologna don Rino Lotto, edito nel 2001 coi tipi della Soc. Artigiana per la Stampa di Ariano nel Polesine (Ro).

 

GIOVANNI RAMINELLI

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sabato 8 maggio 2021

In memoria del Maestro Alfredo Zanellato, artista a tutto tondo.


 

Si sono svolte ad Ariano ferrarese oggi, sabato 8 maggio, le esequie del pittore Alfredo Zanellato. Ne scrivo con commozione avendolo avuto amico caro per lunghi anni, praticamente dalla fine gli anni 70 del Novecento allorché si gestiva con lui, con la scultrice Rita Da Re, con il critico d’arte del Carlino Antonio Caggiano e con l’indimenticabile don Franco Patruno gli appuntamenti annuali del Premio di Pittura Estemporanea “Campanile d’Oro”. Un premio fortemente voluto e sostenuto a Serravalle dall’allora parroco abate don Giovanni Camarlinghi e dal presidente del Comitato Fiera Roberto Tarroni. Quel Premio portò la parrocchia a dotarsi di tele di artisti noti e meno noti con cui nacque la Pinacoteca Parrocchiale di Arte Contemporanea. Non solo, donò una sua interpretazione della chiesa e del campanile con cui si realizzò la copertina del mio libro del 1980 sulla storia del nostro paese. Alfredo era già, in quegli anni, un artista a tutto tondo, affermato e conosciuto non solo in Italia ma anche a livello internazionale. Aveva vinto il primo premio alla European Art di New York nel 1962, cui seguirono mostre in Russia, in Australia, in Nuova Zelanda in Romania, in Jugoslavia, in Francia.  Già dal 1955 partecipò a collettive nelle principali città italiane con presentazioni e lusinghiere attestazioni di merito di Balestrieri, Prete, Portalupi, Spinelli, Brindisi, Quilici-Buzzacchi, Breddo, Tieto, De Grada, Giuliani Oltre duecento i premi di rappresentanza e di acquisizione, oltre ad una quarantina di primi premi. Fra i riconoscimenti più prestigiosi la Medaglia d’Oro del Presidente della Repubblica e quella della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Pittore che ha rappresentato il Polesine, la quotidianità, senza dover ricorrere a linguaggi privilegiati ma con uno stile caldo, personalissimo, accattivante segno di un raggiunto equilibrio tra le cose reali e l’idea di amore per l’umanità e per la vita, Zanellato ha esposto anche al Palazzo dei Diamanti in Ferrara e, recentemente, con una magnifica personale presentata dal comune amico Giuliani Galeazzo nelle sale del Castello Estense della Mesola. Ritratti di una quotidianità con volti puliti, ancora emergenti da una civiltà contadina mai consegnata in alcuna sua tela alla retorica e alla nostalgia, Alfredo ce li ha offerti anche nelle poesie. Sì, anche la poesia, quella che potremmo scrivere con la P maiuscola, codificata in versi gradevolissimi e toccanti nella bellissima pubblicazione del 1997 “Parole & Immagini”, corredata da tante riproduzioni di sue opere, con una prefazione di Ottorino Stefani e un ottimo saggio critico di Renzo Biasion. In una bellissima poesia dedicata alla moglie, conclude la composizione scrivendo: “E se dovessi un giorno/al passo della vita cedere, /chìnati a sollevarmi/ e chiedimi se ancora/ vivo per te”. Zanellato vive nelle sue opere, nei suoi versi, soprattutto vive nel ricordo e nell’affetto dei famigliari e di quanti hanno avuto il privilegio di averlo per amico. Ciao, Alfredo!

Giovanni Raminelli

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lunedì 8 febbraio 2021

Il nuovo libro di Giovanni Raminelli sulle famiglie di Berra e Fossasamba nel periodo 1787-1808.


Ancora un interessantissimo lavoro di ricerca storica del Dott. Giovanni Raminelli ha visto la luce proprio in questi giorni. Si tratta di un libro in formato A4 di quasi 90 pagine che reca un titolo esplicativo del suo contenuto: “Famiglie di Berra e Fossasamba dall’anno 1787 al 1808 negli stati d’anime conservati nell’Archivio della Chiesa Parrocchiale di Villanova Marchesana (Rovigo)”.  Berra e la vicina località di Fossasamba erano parte della parrocchia di Villanova e tali rimasero fino al passaggio dalla diocesi di Adria a quella di Ravenna nel triennio 1818-1821. Raminelli ci presenta lo stato demografico del lungopò berrese con una miriade di dati e di rimandi alle situazioni territoriale, religiosa ed abitativa con la possibilità di un confronto fra i dati del 1787 e quelli del 1808. Il testo è corredato di alberi genealogici, elenchi, annotazioni storiche e trascrizioni di documenti attinenti la vita delle genti di qua e di là dal Po. La pubblicazione riporta notizie e dati sulla composizione di numerosissime famiglie molte delle quali ancora insediate nella zona. Eccone un elenco: ALBIERI, ANDREOTTI. ARMARI. BALLARINI. BARUFFA. BATTAGLIA. BECCATI. BERGAMINI. BIGANI. BIOLCATI. BISI. BOMPANI. BONINCONTRI. BRANCALEONI. CAGNOTTI. CANETTI. CANIATTI. CAPATTI. CASTAGNARI. CASTELLANI. CATTANI. CAVALLARI. CAVECCHIA. CESTARI. CHIARATI. COLLA. CORNETTI. CREPALDI. CURINA. DAINESI. DOATTI. DUO’. FABRI. FELLISATTI. FERRO. FINOTTI. FORECHI. FRANCHI. GALETTI. GAMBONI. GARENTI. GHIRARDI. GIOVANNINI. GRANDI. GRASSI. GUARNIERI. LUISARI. LORENZETTI. MANTOVANI. MARZOLA. MASIERI. MATTIOLI. MAZZOCCHI. MISSOLI. NEGRINI. NICCHIO. NOCENTI. NOVI. PAGANINI. PAMPANI. PASQUALI. PAVANI. PERDOMI. PILLAN. PIVA. PIVANTI. POCATERRA. POLLESENANI. POZZATI. PREVIATI. RADINI. SIVIERI. SPADONI. STEFANATI. TRONCONI. TUMIATTI. VALLI. VERONESI. ZAGATI. ZAMBAGLIA. ZANELLA. ZERBINI

Non va dimenticato che l’avere a disposizione i registri degli Stati d’anime conservatisi nel tempo risulta indispensabile ai ricercatori e agli studiosi di storia locale per ricostruire l’assetto demografico di una comunità o di un intero territorio. Raminelli, da ottimo genealogista ha voluto protrarre il suo sforzo per consentire un soddisfacente cammino di conoscenza a chi è desideroso di andare alla ricerca delle proprie origini, consultando i tanti alberi genealogici ricavati dall’esame dei registri canonici. D’altra parte va sottolineato che un adeguato utilizzo dell’indagine storica può condurre a ricostruire e tramandare le origini familiari, le discendenze e i legami di parentela. Questa preziosa ed unica ricerca ricerca può fornire conoscenze circa l’evoluzione della onomastica e aiutare a ricostruire collegamenti e legami con altre famiglie, talune estinte, altre emigrate in regioni lontane da quella di origine se non addirittura all’estero, ma altre magari ancora presenti in una limitrofa area geografica. Inoltre, avendo a disposizione altri documenti, è stato possibile al Dottor Raminelli realizzare una descrizione di matrimoni celebrati dal 18 aprile 1803 al 28 luglio 1806, specificando che alcuni riti si svolsero nella parrocchiale di Villanova Marchesana, altri negli oratori di Canalnovo e della “Chiesuola metà Ferrarese e metà Veneziana”, altri ancora nelle chiesette di Fossasamba e di Berra. Insomma un libro indispensabile per conservare la memoria storica della zona, un libro in sole 150 copie numerate e firmate dall’Autore che, in attesa della presentazione ufficiale (restrizione pandemica permettendo) possono essere reperite e/o richieste a Raminelli. Chi fosse interessato può mettersi in contatto con l’Autore scrivendo all’indirizzo mail   historicus@outlook.it

 

Zan.Di.Pac.